Autore: Daniele Capitanio (Lovere, 1858 - Lovere, 1945)
Data: ultimo quarto del XIX secolo
Tecnica e supporto: gesso
Dimensioni: h, 69 (con la base) x 34 x 30 cm
Inventario: MR S 19
Autore: Daniele Capitanio (Lovere, 1858 - Lovere, 1945)
Data: ultimo quarto del XIX secolo
Tecnica e supporto: gesso
Dimensioni: h, 69 (con la base) x 34 x 30 cm
Inventario: MR S 19
Donato all’Accademia Tadini dallo scultore loverese Daniele Capitanio nel 1917-1918, insieme ai busti in gesso di Giuseppe Mazzini (MR S 12) e di Camillo Benso conte di Cavour (MR S 13), il busto si ispira al celebre modello scolpito da Vincenzo Vela nel 1857 per il Circolo degli artisti di Torino, ora disperso, per il quale Massimo D’Azeglio, ringraziava lo scultore nel gennaio dell’anno successivo. Il busto si ispirava probabilmente alla celebre maschera funeraria del poeta (in realtà un rilievo modellato dai Lombardo) già appartenuto a Lorenzo Bartolini, e ripropone il volto del vate assorto a meditare sulle sorti della nazione.
Come mi fa notare Gianna Mina, direttore del Museo Vela di Ligornetto, che ringrazio, del modello di Vela si conoscono due versioni, a busto e ad erma. Il gesso loverese si ispira evidentemente alla prima tipologia (esemplificata, ad esempio, dall’esemplare acquistato nel 1865 e ora conservato a Torino, Galleria d’Arte moderna), ma l’opera conosce numerose repliche soprattutto in prossimmità del centenario dantesco del 1865.
Le varianti rispetto al modello di Vela (nel copricapo e nel numero e nella distribuzione dei bottoni) suggeriscono però che non si tratti di una replica dicavata da un calco del celebre originale, ma di una rielaborazione autonoma modellata in gesso. Lo confermerebbero, tra l’altro, le analogie nel modellato con i citati busti di Giuseppe Mazzini e di Cavour, anch’essi – come l’opera in esame – mai tradotti in marmo a differenza di quelli di Garibaldi (MR S 10) e Vittorio Emanuele II (MR S 11), cui lo scultore si sarebbe ispirato per la realizzazione dei monumenti innalzati a Lovere in piazza Vittorio Emanuele nel 1881 e in piazza Garibaldi nel 1887.
Marco Albertario
Per saperne di più:
C. DIonisotti, Varia fortuna di Dante, in Geografia e storia della letteratura italiana, Torino 1971, pp. 255-303
E. Irace, Itale glorie, Bologna 2003, pp. 13-42, 150-164
P. Zatti, Vincenzo Vela, Dante Alighieri, in Sergio Rebora, a cura di, Le collezioni d’arte. L’Ottocento, Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano 1999, n. 238, pp. 342-343
E. Lissoni, scheda in www.artgate-cariplo.it (consultato on line il 29 settembre 2020)