Il camice sacerdotale è opera di una manifattura locale attiva nei primi anni dell’Ottocento. Alessandra Civai e Lisa Fracassetti (Scheda Sirbec S0240-00083) hanno identificato come originale il merletto a fuselli presente sul fondo della veste e intorno al collo, mentre il merletto meccanico applicato alle maniche è di fattura posteriore.
Il motivo d’interesse del camice risiede tuttavia nel ricamo posto in corrispondenza delle spalle e intorno al collo, dove si legge l’iscrizione: “Qui giace sepolto Faustino Tadini. Che Dio ti abbia seco, amato figlio. Deh prega per la madre tua perché presto ti giunga appresso. O Dio pietoso perdona le colpe mie. Altare San Giuseppe”. Il ricamo è stato realizzato dalla contessa Libera Moronati per il camice destinato alla cappella di San Giuseppe in Santa Maria in Valvendra, dove era sepolto il figlio del conte, Faustino, scomparso il 7 dicembre 1799. Il passaggio alla cappella Tadini è recente (1951).
Più che per il pregio intrinseco, il manufatto è interessante per lo stretto legame con la storia della famiglia, e rappresenta una tra le poche testimonianze riferibili alla storia della contessa Moronati, che le fonti contemporanee ricordano distrutta dal dolore per la scomparsa del figlio e animata da un costante desiderio di morire.
Marco Albertario