Il giudizio di Paride

Autore: Filippo Tagliolini (Fogliano di Cascia 1745 - Napoli 1809)

Data: 1790-1795

Tecnica e supporto: biscuit

Dimensioni: h. 62 cm, diametro 42 cm circa, marca assente

Inventario: H 29

Paride, riconoscibile grazie al caratteristico berretto frigio, consegna a Venere il pomo della discordia, destinato alla più bella tra le dee dell’Olimpo. Dietro di lui, in piedi, è Atena, armata con elmo, egida e scudo e accompagnata dalla civetta (della quale restano purtroppo solo le zampe) mentre Giunone, adirata, fugge sul proprio cocchio trainato da pavoni. Il gruppo realizzato in porcellana biscuit è uno tra i più complessi prodotti usciti dalla Reale Fabbrica Ferdinandea di Napoli sotto la direzione di Filippo Tagliolini.

Dopo una formazione presso la romana Scuola di pittura e scultura detta del Nudo (legata all’Accademia di San Luca) dove si distingue nella classe di scultura, Filippo Tagliolini si trasferisce a Venezia. Qui, intorno al 1773, comincia l’attività di modellatore presso la Fabbrica di porcellane dei fratelli Cozzi. In seguito si sposta a Vienna, presso  la Imperiale Fabbrica delle Porcellane, dalla quale è inviato nel 1780 a Napoli su richiesta di Ferdinando IV. Presso la Real Fabbrica di Napoli Tagliolini assume il ruolo di capo modellatore che manterrà fino alla morte.

Nell’ambito del processo produttivo attivato nella Real Fabbrica, al capo modellatore spettava l’ideazione dei gruppi e delle statuette, che erano rifiniti da un lavorante, e affidati al formatore che avrebbe ricavato dal modello gli stampi necessari per la produzione in serie. Sappiamo ad esempio che la forma per il Giudizio di Paride era composta da almeno 19 pezzi che dovevano poi essere assemblati per ottenere la composizione voluta. Il gruppo era parte di un imponente apparato, il “dessert da sessanta coverti” composto da circa 114 elementi, elaborato tra il 1785-1787 ed il 1793-1795 per la tavola del re Ferdinando IV. I pezzi restarono a lungo in produzione e furono venduti anche singolarmente: un documento dell’11 novembre 1801 cita esplicitamente due viti in ferro usate “per unire due gruppi del Giudizio di Paride”. Garbata invenzione di gusto neoclassico, il gruppo di Tagliolini è l’elemento centrale di un complesso trionfo da tavola che rievoca il complesso mondo della mitologia greca e romana e attraverso la riproduzione di celebri sculture antiche conservate nelle collezioni borboniche celebrava la grandezza della dinastia.

Se davvero l’invenzione del Giudizio di Paride risale ai primi anni novanta, allora si può pensare che l’esemplare loverese sia stato acquistato dal conte Luigi Tadini durante uno dei ripetuti soggiorni a Napoli avvenuti proprio in quel periodo (tra il 1794 ed il 1797). Sappiamo tuttavia che anche dopo l’Ottocento rimase in contatto con la Real Fabbrica: lo conferma una lettera del direttore, Domenico Venuti, che il 26 novembre 1803 lo informava dei prezzi delle “figure in biscuit”, probabilmente da cercare tra le numerose che arricchiscono oggi la raccolta.

Marco Albertario

Fonti

 

Bibliografia

A. Gonzàlez-Palacios, Lo scultore Filippo Tagliolini e la porcellana di Napoli, biografia e documenti di A. Montemaggiori e R. Valeriani, Torino 1988, pp. 156-157 n. 8;

A. Caròla-Perrotti, in Museo Nazionale di Capodimonte. Ceramiche, porcellane, biscuit, terraglie, maioliche, Napoli 2006, pp. 31-32 scheda 2.16/1.

M. Albertario, Il Giudizio e il gusto, in A tavola con il conte. Porcellane europee della collezione Tadini, catalogo della mostra (Lovere, 22 maggio-28 agosto 2011), Lovere 2011, pp. 96-102.

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