Arturo Ferrari,
Chiesa di San Vito in Pasquirolo a Milano, 1890 – 1910
acquerello su carta, 29,5 cm x 21 cm
Milano, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
L’età che tramonta
Autore: Arturo Ferrari (Milano, 1861 - 1932)
Data: 1914
Tecnica e supporto: olio su tela
Dimensioni: 105 x 157 cm
Inventario: P 454
Acquistata da Vittorio Emanuele III re d’Italia (Cesura 1980, p.10), L’età che tramonta o Veduta della chiesa di San Vito al Pasquirolo a Milano, tela firmata e datata in basso a sinistra: “Arturo Ferrari 1914”, è pervenuta all’Accademia Tadini nel 1919 insieme a I lavori alla metropolitana di Parigi di Lionello Balestrieri.
Nel 1914 l’opera figurava all’esposizione Nazionale allestita presso il Palazzo della Permanente, dove catturò l’attenzione dell’autorevole critico Guido Marangoni, il quale la considerò meritevole del prestigioso premio Cassani, che quell’anno fu invece aggiudicato a Luce e Lavoro di Giovanni Sottocornola. Recensendo la grande tela di Ferrari sulle pagine di “Rassegna d’Arte”, Marangoni vi riconosceva un “lavoro dedicato – con tanti altri non meno lodevoli dell’autore – ad illustrare i quartieri caratteristici della vecchia metropoli lombarda che vanno poco per volta scomparendo sotto la percossa lenta, inesorabile del tempo e sotto i colpi irriverenti, matricidi del piccone demolitore”.
Soltanto due anni prima, all’Esposizione Nazionale di Brera del 1912, l’artista era stato premiato con la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica istruzione per la grande tela Nella vecchia via (Collezione Fondazione Cariplo, Gallerie d’Italia – Piazza Scala) – suo capolavoro esemplare secondo Leonardo Borgese – che fissava un mondo prossimo a scomparire in un’immagine poetica di struggente nostalgia.
Oggetto di un attento studio condotto dal vero, documentato da un acquerello nelle raccolte di Palazzo Morando (Milano), L’Età che tramonta rappresenta uno scorcio dell’antica chiesa di San Vito al Pasquirolo in Largo Corsia dei Servi, all’epoca ancora circondata da un dedalo di strette viuzze (Via Pasquirolo, Via Passarella e Via San Zeno), che andò distrutto nel secondo dopoguerra a seguito del riassetto urbanistico della zona. Con amorevole cura Ferrari dipinge ogni dettaglio della scena, dalla facciata della chiesa sbiadita, ai muri scrostati, fino alla casa di ringhiera che si intravvede nell’oscurità del secondo piano. Sulla piazzetta antistante la chiesa si affaccia la bottega del falegname “Lilloni Francesco”, dove campeggia un’immagine della Torre Eiffel, simbolo per eccellenza del processo di rapida trasformazione delle città europee e dello sviluppo di un’architettura moderna fondata su nuovi materiali costruttivi, che a Milano avevano un illustre esempio nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele, in ferro e vetro, inaugurata nel 1867.
Le notevoli dimensioni del dipinto e la fluidità della materia pittorica sono riconducibili alla produzione matura dell’artista, contraddistinta da realizzazioni sempre più vibranti e liriche, nel preciso intento, come ebbe a ricordare lo stesso Ferrari nella conferenza tenuta nel 1926 al Circolo della Stampa di Milano, di lasciare un vivo ricordo della “vecchia Milano” “per i giovani che a stento possono della città concepire l’assieme già tanto frantumato e scomposto; e per coloro che verranno, quei futuri che a velocità oggi imprevedibili potranno lanciarsi su strade aride e sterminate, su cui invano si invocherebbero certe eterne bellezze, l’ombra benefica di un albero secolare, il dolce gorgoglio di un ruscello…costoro apprenderanno per l’opera nostra l’aspetto della loro antica città nei giorni in cui ne trassero ispirazione per le loro pagine immortali Alessandro Manzoni e Carlo Porta. Quei futuri costretti a vivere tra elementi snaturati, si indugeranno davanti ai nostri documenti, li contempleranno conquistati da un senso di vita logica, dolce, riposante” (Cesura 1980, p. 12). Nell’Età che tramonta questo senso di nostalgia e di imminente perdita dei luoghi più amati sembra sia reso ancor più acuto dall’eco della prima guerra mondiale, che nel 1914 già si preparava ad abbattersi sull’Italia, sancendo la fine di un’epoca.
Elena Lissoni
Per saperne di più:
Esposizione Nazionale di Belle Arti autunno 1914, catalogo della mostra (Milano, Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, 8 settembre – 15 novembre 1914), Milano 1914.
G. Marangoni, La mostra di Brera, in “Rassegna d’Arte antica e moderna”, a. I, vol.II,1919, pp. 217-229
Arturo Ferrari pittore, a cura di G. Cesura, Milano 1980
Crescit eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi destinate al fondo per la Galleria d’arte moderna e contemporanea, a cura di G. A. Scalzi, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio – 31 agosto 2003), Lovere 2003.