Dono della famiglia Ravasio, 2023
Nastro passante
Luigi Ravasio, Bozzetto per Artigli, 1983
pennarelli su carta
Bergamo, Archivio Luigi Ravasio
Autore: Luigi Ravasio (Bergamo, 1930-2018)
Data: 1976
Tecnica e supporto: olio su tela
Dimensioni: 80x80 cm
Inventario: P 654
Il percorso artistico di Luigi Ravasio è caratterizzato dal suo grande rigore: la ferrea adesione ad una visione dell’arte che parla attraverso il linguaggio astratto è infatti accompagnata da un sistema di regole che si manifestano nella forte disciplina con cui è solito lavorare. Ogni opera che il pittore crea è frutto, infatti, di attenti studi che passano attraverso la realizzazione di numerosi bozzetti di varie dimensioni eseguiti a penna, con pennarelli, a matita e a tempera, per approdare infine al dipinto a olio nella sua forma definitiva. Nella maggior parte di questi studi l’artista segna meticolosamente i colori che intende adoperare siglandoli con lettere dell’alfabeto. Crea in questo modo progetti in cui le forme e i segni alfabetici si compenetrano in un medesimo sistema. La scelta della pittura ad olio per i suoi dipinti, oltre che un rimando ed un legame con la tradizione, è frutto probabilmente della necessità di lavorare il colore per stenderlo in modo perfetto e uniforme.
Se nelle prime fasi di adesione all’astrattismo il pittore sente il bisogno di rimanere vincolato al dato oggettivo della realtà che lo circonda, e che trova in opere come Balconi sulla città del 1973 una manifestazione di questa esigenza nella compenetrazione tra dato reale e pura geometria; a partire da dipinti come Nastro passante del 1976 Ravasio si muove lungo un percorso in cui le forme si svincolano da questa necessità e muovono lungo il binario della fantasia progettuale dell’artista.
Nastro passante è uno dei dipinti da cui si comprende meglio la struttura del lavoro di Ravasio durante gli anni Settanta. Lo sfondo si caratterizza per la presenza di fasce di colore digradanti verso il centro a sottolineare una profondità di orizzonte che costituisce ancora un rimando alla realtà oggettiva. Le forme protagoniste del dipinto si compongono attraverso l’unione di linee, spigoli e cerchi che identificano un approccio architettonico alla pittura tipico di questa fase della produzione dell’artista.
Col passare del tempo le forme che abitano i suoi dipinti, da fortemente lineari, diventano sempre più curvilinee come nel caso di Artigli del 1983 e della serie dei Protisti eseguita tra il 1986 e il 1987. Il passaggio dagli anni Settanta agli Ottanta è significativo. I due decenni sono infatti quelli più ricchi dal punto di vista espositivo e Ravasio matura il proprio linguaggio anche attraverso alcune importanti evoluzioni stilistiche: passa, ad esempio, dalle forme realizzate per fasce digradanti di colore a immagini generate da campiture piatte di cromie brillanti.
Artigli, del 1983 (olio su tela, 80×80 cm), costituisce un esempio significativo della produzione di Ravasio negli anni Ottanta. Lo sfondo non è più costruito per fasce digradanti, ma è monocromatico, per indirizzare tutta l’attenzione verso la forma che il pittore staglia sulla tela in posizione volutamente non centrale.Le bande di colore caratterizzano le componenti esterne dell’elemento modulare creato mediante la connessione di cerchi e nastri che si intrecciano.