Autore: Manifattura di Locré, Russinger e Pouyat, rue de la Fontaine-au-Roy, Parigi
Data: 1780-1790
Tecnica e supporto: Porcellana dipinta
Dimensioni: varie
Inventario:
Autore: Manifattura di Locré, Russinger e Pouyat, rue de la Fontaine-au-Roy, Parigi
Data: 1780-1790
Tecnica e supporto: Porcellana dipinta
Dimensioni: varie
Inventario:
Il servizio è stato realizzato tra il 1780 e il 1790 nella fabbrica parigina di Jean-Baptiste Locré de Roissy. Nel luglio 1773 Locré aveva depositato la sua marca, due fiaccole stilizzate incrociate in blu che possono facilmente essere confuse con le due spade di Meissen. Il luogotenente generale della polizia, nel suo rapporto stilato in occasione del deposito della marca, sosteneva che la qualità poteva sostenere il paragone con le porcellane di Sassonia: il fondatore aveva denominato la fabbrica «Manifacture de Porcellaine Allemande».
La manifattura di Locré, Russinger e Pouyat, con sede in rue de la Fontaine-au-Roy a Parigi, si era specializzata nella produzione di porcellane che – pur senza ignorare i modelli imposti dalla vicina Sèvres – imitavano il prestigioso modello sassone di Meissen e produceva quindi porcellana detta «de Saxe», di Sassonia. Persino la marca, due torce dipinte in blu incrociate, richiamava le celeberrime spade, tanto da ingannare gli acquirenti meno avveduti. La manifattura di Locré era molto conosciuta – si può dire anzi che tra le manifatture francesi private divenne la più nota – e si distinse per una produzione ampiamente diversificata, esposta in un negozio nel centro di Parigi frequentato anche da viaggiatori stranieri.
Le forme e il decoro del servizio non sono quelli modernissimi del Primo Consolato e poi dell’Impero, più evidenti nei decori delle tazze da caffè acquistate a Parigi; tuttavia il repertorio “classico” doveva essere sempre in vendita, e la scelta era dettata unicamente dal gusto dell’acquirente. Il decoro di fiori au naturel, colorati, era il più diffuso sulle porcellane francesi. I pezzi più importanti, come il “piatto real”, sono dipinti dal decoratore più esperto: il giaggiolo, la primula, il narciso, la dalia, il tulipano – si aprono e si avviluppano carnosi e morbidissimi con un effetto veramente sontuoso.
1. Piatto da portata («piatti da capon»), sei esemplari, H 169 – H 174
2. Piatto da portata («piatti detti [da capon] mezani»), sei esemplari, H 175 – H 177; H 322 – H 324
3. Piatto d’entremets («4 detti [piatti d’antramè] quadri»), quattro esemplari, H 329 – H 331
Piatto d’entremets («4 detti [piatti d’antramè] ritondi»), tre esemplari (su quattro), H 329 – H 331
4. Piatto da portata (detto «piatto real»), H 178
5. Zuppiera biansata con piatto («terina coperta con suo piatto»), H 350; H 180
6. Insalatiera («saliere quadre tondide»), due esemplari, H 336, H 337
7. Salsiera tonda («4 salsiere con piatti»), due esemplari, H 344, H 345
8. Salsiera ovale, due esemplari, H 342, H 343
9. Saliera a tre conche, due esemplari, H 354 – H 355
10. Oliera e acetiera («ogliera-acetera»), H 358
11. Rinfrescatoio per bottiglie («4 dette [ghiazere] per bottiglie»), due esemplari, H 348 – H 349
12. Rinfrescatoio per bottigliette («4 dette [ghiazere] per bottiglie»), due esemplari, H 346 – H 347
13. Rinfrescatoio per bicchieri («2 rinfrescatoi per bicchierini»), H 338 – H 339
14. Rinfrescatoio per bottiglie da liquore («due porta-bottiglie»), due esemplari, H 340, H 341
15. Gelatiera («ghiazere grandi con loro cadino»), due esemplari, H 352, H 353
16. Servizio da caffè
Dodici tazze à litron con piattino, porcellana dipinta e dorata, H 363-H 374
17. Piatto fondo («[Piatti] da zuppa»), 20 esemplari, H 200-H 219
18. Piatto piano («piatti da tovagliol»), 51 esemplari, H 220-H 260; H 316-H 321; H 523-H 526
Per meglio comprendere la forma e la funzione dei pezzi del servizio di porcellana »di Sassonia» può essere utile considerare le regole per lo stare in tavola tra Sette e Ottocento.
Tutta Europa stava adottando, in quegli anni, la moda francese, impostasi anche grazie all’influenza politica del paese. Ogni pranzo era composto tra tre portate principali, che potevano essere intervallate da entremets, intermezzi, portate dolci o salate.
La tavola era sormontata dal surtout, parte centrale sulla quale si disponevano sculture in marmo, porcellana o biscuit.
I «Piatti da zuppa» sono i piatti fondi, protagonisti della prima portata, di solito un potage servito nelle due zuppiere.
I «Piatti da tovagliol» sono invece i piatti piani, in gran numero perché erano cambiati ad ogni portata.
Gli otto «Piatti d’antramé», tondi e quadrati, (dal francese entremets, piatto di mezzo), servivano a portare in tavola pietanze salate o dolci che intervallavano le portate principali. Per il servizio erano previsti un certo numero di vassoi, di dimensioni differenziate («piatto real», «piatto da capon»), oltre alle due insalatiere. Olio, aceto e sale erano negli appositi contenitori; le salsiere contenevano gli intingoli per le portate di carne o di pesce.
Il dessert concludeva il pranzo, e si articolava in una sequenza di portate: i gelati e le creme erano conservati nella ghiazera scomponibile (un recipiente per il ghiaccio, una vaschetta interna estraibile per il gelato, un coperchio con incavo per il ghiaccio), le composte e la frutta.
Il caffè era servito nelle elegantissime «dodici chichere».
Le bottiglie erano conservate negli appositi rinfrescatoi di forma cilindrica; quelle da liquore erano conservate in un apposito recipiente diviso in due da una tramezza forata. Il recipiente dalla forma allungata, con i bordi frastagliati conteneva i bicchieri, appoggiati con la coppa rivolta verso l’interno.