“Le 2 Rive del Jazz” alla quarta edizione si fa in sei

La rassegna che porta il jazz sulle rive del Sebino quest’anno si svilupperà su sei appuntamenti come tradizione itineranti tra le province di Bergamo e Brescia, sempre per l’organizzazione dell’Associazione di promozione culturale Luigi Tadini e di The Editor Events.

Si apre come tradizione presso la Cantina Barone Pizzini a Provaglio d’Iseo venerdì 12 luglio con Barionda che concentra nel proprio nome, con un gioco di parole, il senso del progetto: il sax baritono come protagonista, il caos chiassoso di una baraonda e una vigorosa onda musicale. Con quattro sassofoni baritoni e una batteria, il quintetto propone un organico strumentale insolito quanto elettrizzante, scaturito da un’idea di Helga Plankensteiner, volta a riproporre quello scorcio del grande repertorio jazz dove il sax baritono ha avuto un ruolo importante. Come punto di partenza, le splendide composizioni di Duke Ellington, di Charles Mingus e altri brani che hanno visto protagonisti grandi solisti dello strumento, come Gerry Mulligan e Pepper Adams. In front line, insieme alla stessa Plankensteiner, troviamo tre solisti molto diversi per approccio, sonorità e fraseggio: Giulia Barba, Rossano Emili e Massimiliano Milesi, oltre a Mauro Beggio alla batteria. Questo conferisce alla musica un’ampia tavolozza di contrasti e umori, che bene si sposa con la bella compattezza negli insiemi e la sempre maggiore focalizzazione del progetto.

Secondo appuntamento, giovedì 18 luglio, presso Bellini Nautica a Clusane d’Iseo con “Beatles go Jazz”, una rivisitazione in chiave jazzistica di alcuni successi immortali del famoso gruppo pop di Liverpool. La caratteristica formazione composta da chitarre, basso e batteria viene sostituita dalla JW Orchestra, jazz big band di 16 elementi che avrà il compito di interpretare e reinventare alcuni brani dei “baronetti” (tra gli altri “Come Together”, “Yesterday”, “Michelle”, “All You Need Is Love”). L’ascoltatore sarà chiamato a fare un confronto fra l’originale (che basa la sua efficacia sulle capacità vocali dei “fab four” e sulla forza del messaggio comunicativo dei testi) e la nuova opera strumentale che esalta invece l’invenzione melodica dei Beatles. Il tutto naturalmente visto dalla prospettiva personale del sassofonista e arrangiatore Marco Gotti, che dopo un lavoro di adattamento armonico e ritmico, ha creato arrangiamenti che alternano musica d’insieme e situazioni solistiche. Ospite della serata il poliedrico vocalist Boris Savoldelli che, oltre a cantare alcuni dei temi in programma, improvviserà alla stregua di un altro strumento, avvalendosi anche di supporti elettronici dei quali è profondo conoscitore.

Sabato 20 luglio è di scena il Boat Concert, giunto alla sua nona edizione, in mezzo all’alto Lago d’Iseo tra Lovere e Pisogne. Protagonisti il duo Bombardieri-Pasinetti che propone un repertorio interamente basato sulla musica di Charlie Mingus, contrabbassista e compositore americano, pescando tra i suoi capolavori i brani che meglio si prestano a un arrangiamento completamente inedito per l’accoppiata sax e chitarra elettrica. Marco Pasinetti costruisce solide fondamenta armonico ritmiche fondendo il linguaggio jazzistico con un background rock blues e un attento uso dell’effettistica, mentre Guido Bombardieri vola alto suonando sax alto, sax soprano e clarinetto basso. Le musiche proposte sono riunite nel cd “Self Portrait in Two Colors”.

Sabato 3 agosto, di nuovo sulla riva bresciana del Lago d’Iseo, sul Lungolago Marconi di Marone, con la Mousiké Brass Band che celebra la Grande Guerra. un tragico evento che non ha eroi: i protagonisti non sono re, imperatori, generali, ma fanti e contadini: i nostri nonni. Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, “La guerra dei nostri nonni” conduce nell’abisso del dolore. Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine, restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell’Italia unita, e fu vinta. I brani rivisti in chiave jazz dalla brass band sono ovviamente quelli che hanno accompagnato quelle storie: Signore delle cime, Vecchio scarpone, Quel mazzolin di fiori, il silenzio fuori ordinanza…

Si risale verso l’alto lago domenica 11 agosto a Pisogne, in Piazza degli Alpini, con il trio Psychedelic Pink Floyd, il progetto live del disco The Great Jazz Gig In The Sky, la rilettura jazz-psichedelica dell’immortale capolavoro dei Pink Floyd, The Dark Side Of The Moon. Non un tributo, ma l’esecuzione per intero del pluripremiato lavoro dei Pink Floyd, riletto attraverso una nuova lente psichedelica e improvvisativa con i soli strumenti della voce, dei sax e del contrabbasso. Il disco, pubblicato nel 2016 dalla storica etichetta Newyorkese Moonjune Records, nasce come progetto Live nel 2013 e ha ottenuto straordinari consensi dalla stampa specializzata di tutto il mondo come una recensione entusiastica su DownBeat USA e, soprattutto, l’approvazione e i complimenti nientemeno che da Roger Waters in persona! Dopo 10 anni dalla prima e dopo numerosi concerti dal vivo, Boris Savoldelli si è deciso a riportare ‘on the road’ la folle idea, questa volta in compagnia di due giovani ma già affermati musicisti: Max Milesi con i suoi sax e la sua inarrestabile creatività e Pietro Ettore Gozzini, contrabbassista della nuova generazione del jazz che si è già fatto notare sui palchi di mezza Italia. Un concerto sicuramente originale, inconsueto e di forte impatto emotivo.

Domenica 8 settembre tradizionale chiusura con il concerto a Costa Volpino, in località Bar delle Rose, proprio in riva al lago, con il Quintetto Mediterraneo di Gianluigi Trovesi. Scrive Claudio Sessa nelle note del disco “Mediterraneamente” da cui il concerto prende spunto: “Per me molti di questi brani sono come delle serenate che si richiamano a un lirismo aperto, a volte teatrale, non ruvide dichiarazioni d’amore che si potevano ascoltare nelle valli Orobiche, dalle quali è emerso il talento di Gianluigi Trovesi, ma la tradizione espressiva che egli definisce ‘mediterranea’ con uno sguardo globalizzante che va da Gibilterra ai Dardanelli, dal Cairo a Marsiglia. Infatti, spesso il suo interlocutore in questa incisione è la chitarra, storica protagonista nelle varie incarnazioni regionali di tante appassionanti canzoni notturne all’amata, anche se poi Paolo Manzolini ne declina l’espressività in modo pienamente contemporaneo. Serenate del mondo d’oggi possono essere considerati alcuni standard della tradizione statunitense, entrambi riletti in modo appassionatamente originale, così come i momenti più ritmici dell’album sono legati alla lunga consuetudine di Trovesi per i temi danzanti e ‘dionisiaci’. Intima è anche la formula strumentale scelta dal leader che lega alcuni suoi storici collaboratori in conversazioni a poche voci, duetti, trii, scarne aperture più collettive che lasciano poi spazio a lievi ‘a parte’ per un singolo strumento”.

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