Il museo. E altre storie

Il ciclo propone una riflessione sul “museo”: che cosa raccoglie, che cosa tutela, che cosa comunica? E, in negativo, che cosa esclude? Le storie trasmesse sono rappresentative della comunità, o la rappresentano solo in parte? Cosa succede alle storie che non sono raccontate?

Tutti gli incontri si svolgeranno il sabato pomeriggio, presso la Sala degli Affreschi (piazza Garibaldi 5), dalle h. 15.00 -16.30.

Sabato 25 gennaio

Oggetti smarriti. Cosa si salva di un’opera d’arte quando la si espone in un museo?

Marco Albertario

Chi lavora in museo è spesso portato a privilegiare l’ottica della conservazione, dando per scontato che il ricovero in una struttura museale sia la garanzia grazie alla quale un’opera non corre più rischi. In realtà, un’opera d’arte è il risultato di una complessa stratificazione di significati: il contesto storico, la biografia dell’artista, ma anche la percezione da parte del pubblico sono aspettu ugualmente importanti e da tutelare. Il ricovero in museo, anche con finalità di tutela e di valorizzazione, li raccoglie tutti? o alcuni sono messi in crisi proprio dalla musealizzazione?

Marco Albertario, storico dell’arte, si è formato presso i Musei Civici di Pavia e ha lavorato poi per i Musei Civici di Novara. Dal 2005 è conservatore e dal 2015 direttore della Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere. Insegna storia dell’arte presso l’IIS Decio Celeri a Lovere (dal 2019, progetto sperimentale) e dal 2023 è docente a contratto presso la Scuola di Restauro di Botticino.I suoi interessi di ricerca comprendono la produzione figurativa in età sforzesca, la scultura in legno, la storia del collezionismo con particolare attenzione alla prima metà dell’Ottocento. Per l’Accademia Tadini ha seguito il restauro e la valorizzazione della Stele Tadini di Antonio Canova, lo studio e il riallestimento della collezione di porcellane, il recupero della Biblioteca storica, i restauri della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini e della sala che la accoglie, e della Pala Manfron di Paris Bordon, ha curato, anche in collaborazione, le mostre dedicate a Antonio Canova, Giorgio Oprandi, Cesare Tallone e Angelo Morbelli.

Sabato 15 febbraio

Dalla parte del visitatore. Soggetti smarriti: conversazione

Giovanna Brambilla

Il museo, bisogna andarci almeno una volta nella vita… così affermava il personaggio di un romanzo di Emile Zola, famoso scrittore francese. Ma tante, troppe persone restano ancora distanti da questo luogo di meraviglia, scoperta, storie. Le ragioni partono non dalle opere o dalle porte d’entrata, ma nascono da pregiudizi, ragioni inattaccabili, difficoltà, ostacoli che intralciano la strada che porta dalla propria casa al museo. L’incontro, pensato in tono dialogico e anche un po’ scanzonato, vuole attivare un confronto con il pubblico per affrontare il problema e costruire possibili soluzioni.

Giovanna Brambilla è una storica dell’arte con una passione per i musei e l’educazione al patrimonio. Ha dedicato la sua carriera a rendere l’arte accessibile a tutti, creando esperienze uniche per visitatori di ogni età e provenienza. Con una lunga esperienza nella GAMeC di Bergamo, ha sviluppato programmi innovativi per coinvolgere il pubblico e costruire ponti tra arte e comunità. Oggi, come libera professionista, continua a condividere la sua expertise attraverso progetti, corsi, momenti di formazione e pubblicazioni, esplorando temi come musei e pubblico, l’arte e il benessere, la giustizia, l’idea d’inferno, il lutto e la nascita.
Giovanna è anche docente all’ITCTS Vittorio Emanuele II, e insegna in alcuni Master legati proprio a arte e cultura presso la Business School de Il Sole240re, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Cultural Welfare Center – CCW School.

Sabato 15 marzo

Il museo “necessario” in un mondo in fiamme: cultura, conflitti, pratiche civili

Simona Bodo, Anna Chiara Cimoli

L’incontro prende le mosse dal volume Il museo necessario. Mappe per tempi complessi, curato da Simona Bodo e Anna Chiara Cimoli (Nomos edizioni, 2023), e si interroga sul ruolo di un’istituzione la cui legittimità, nell’attuale contesto di crisi, è messa in discussione da più parti. Povertà, guerre, cambiamento climatico, razzismo, marginalizzazione: il catalogo dei mali del mondo sembra essersi avvitato su sé stesso, presentando alla nostra porta emergenze che, forse ingenuamente, credevamo debellate, o perlomeno allontanate. Eppure, la cultura non è un accessorio, non è qualcosa che si coltiva quando non si ha nulla di più urgente di cui occuparsi. Al contrario, la cultura va alimentata di domande, riposizionamenti, strumenti di ascolto, poiché è, soprattutto, una pratica civile. A questa pratica il museo è chiamato a partecipare attivamente: nel corso dell’incontro proveremo a esplorare metodi e sguardi che favoriscano questa attivazione.

Simona Bodo è museologa, ricercatrice e consulente indipendente in tematiche legate al ruolo sociale dei musei e allo sviluppo di “comunità patrimoniali” aperte e plurali. Co-fondatrice del gruppo di lavoro Patrimonio di Storie, è responsabile del programma Patrimonio e Intercultura e dell’omonimo sito, promossi da Fondazione ISMU-Iniziative e Studi sulla Multietnicità. Fa parte dell’Advisory Board del Solidarity in Action Network, una rete internazionale composta da professionisti museali, accademici, operatori sociali e attivisti.

Anna Chiara Cimoli, storica dell’arte e museologa, insegna all’Università degli studi di Bergamo. Si occupa in particolare di museologia sociale, pratiche partecipative e colonialità. Dal 2020 è curatrice di MUBIG, il museo di comunità del quartiere milanese di Greco (con ABCittà e Pinacoteca di Brera). Presidente della Fondazione C.A.S.V.A., co-dirige la rivista di studi visivi ‘Roots§Routes. Research on Visual Culture’ ed è responsabile scientifica delle collane “Archi”. I quaderni della Fondazione C.A.S.V.A. e Museologia presente presso Nomos edizioni.

Sabato 5 aprile

Sojourner Truth: l’autoritratto fotografico come presenza politica

Eleonora Quadri

Sojourner Truth, nata schiavizzata con il nome Isabella Baumfree nello stato di New York alla fine del 1700, diventa, a partire dal 1843, una predicatrice metodista la cui attività politica a favore dell’abolizione della schiavitù si intreccia alla sperimentazione fotografica, e trova nel linguaggio dell’autoritratto un modo di veicolare la sua presenza. L’incontro verterà sulla pratica fotografica di Truth contestualizzandola come forma di attivismo antischiavista nel più ampio contesto delle origini della fotografia. Gli autoritratti fotografici di Sojourner Truth nascono con uno scopo sociale, e in quanto non prodotti con un fine espressivo pongono il problema della relazione tra visuale e artistico, documento storico ed espressione, conservazione museale, valorizzazione culturale e necessità della memoria, facendo emergere la relatività e le implicazioni dello statuto di artisticità relativo agli oggetti visivi.

Eleonora Quadri è specializzata in storia dell’arte contemporanea e fotografia. Si è laureata nel 2011 con una tesi sull’opera di Sophie Calle e ha frequentato dal 2012 al 2014 il Master di Fondazione Fotografia a Modena presso il quale fino al 2022 ha tenuto un corso teorico come docente. Collabora con l’archivio fotografico dell’Istituto Isrec di Bergamo e insegna Storia dell’arte presso il Liceo Decio Celeri di Lovere. Ha partecipato a residenze di ricerca e mostre presso diverse istituzioni, tra cui: Izolatsia a Kiev; Fondazione Fabbri a Pieve di Soligo; Murate Art District di Firenze, l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino, MATA a Modena, Palazzo Lucarini a Trevi, Fondazione Carlo Gajani, la galleria Stills a Edimburgo.

Sabato 10 maggio

Erigere/Demolire. Immagini di potere nell’arte

Cristina Miedico

L’incontro offrirà la possibilità di riflettere sull’uso politico del patrimonio artistico nel mondo antico, sul significato della memoria evocata dalle opere d’arte e sul ruolo dei musei quali presidi attivi e partecipativi della memoria del bello, del bene e della storia umana.

Cristina Miedico è conservatrice dei beni archeologici presso il Comune di Milano e si occupa delle raccolte archeologiche del Castello Sforzesco. Per il Comune di Milano, collabora con il Gruppo di Lavoro per l’erigendo Museo Nazionale della Resistenza.

Già Esperta in gestione del patrimonio e Politiche culturali presso la Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali, dal 2010 al 2020 è stata direttrice scientifica del Civico Museo Archeologico e Diffuso di Angera – Lago Maggiore.

Sviluppa progetti di ricerca e di formazione, di valorizzazione e promozione culturale secondo i principi della Convenzione di Faro e del Museo Partecipato, si occupa di Archeologia e Paesaggio Culturale, Museologia e Accessibilità museale.

È membro di ICOM Italia e partecipa al Gruppo di lavoro che si dedica al Welfare Culturale.

Dal 2016 è Ambasciatrice di GARIWO – Foresta dei Giusti, nel cui contesto promuove le figure di Giusti del Patrimonio.

Per info e prenotazioni:

Telefono: 3494118779

Email: didattica@accademiatadini.it

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