Il Rinascimento a Brescia: un’introduzione alla mostra
Martedì 14 gennaio 2025, ore 20:30 Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei, e Roberta D’Adda, conservatore, presenteranno la mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo 1512-1552, a cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati, allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia dal 18 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025.
La narrazione parte dal drammatico Sacco subito dalla città del 1512 a opera delle truppe francesi, per poi indagare le profonde inquietudini e il clima di incertezza che caratterizzarono quegli anni.
Ne nacquero nuove idee, nuove visioni, testimoniate da figure di intellettuali come Agostino Gallo e Nicolò Tartaglia, nuove esperienze religiose come quella promossa da Angela Merici, fondatrice della Compagnia di Sant’Orsola della quale l’Accademia Tadini conserva un’importante testimonianza, e una nuova cultura figurativa originale.
L’attività di Alessandro Bonvicino il Moretto, Girolamo Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo, protagonisti del Rinascimento Lombardo, è stata ampiamente esplorata in oltre un secolo di studi, dall’altro è mancato un racconto complessivo del ‘500 bresciano nella sua ricchezza, complessità e, per certi versi, contraddittorietà.
Il percorso è costruito attorno a personaggi emblematici, come Fortunato Martinengo, il nobile bresciano ritratto da Moretto nel dipinto conservato alla National Gallery di Londra (nella foto a lato), opera simbolo del progetto., o come gli sposi Gerolamo Martinengo e Eleonora Gonzaga per i quali furono organizzati festeggiamenti sontuosi,
Nelle sale, i dipinti dei grandi maestri della pittura bresciana – giunti a Brescia da sei musei americani e da importanti collezioni italiane ed europee, dialogano con oggetti rari e preziosi quali antichi strumenti musicali, armature, arazzi e piatti in maiolica, restituendo un’immagine suggestiva dei pensieri, dei sentimenti, degli oggetti e dei personaggi che animavano la vita della città.
L’Accademia Tadini ha contribuito con il prestito della Pala Manfron di Paris Bordon.