SCC 2025. Permanenze eroiche tra classico e moderno

Sabato 22 febbraio 2025, dalle ore 14.30 presso la Sala Affreschi dell’Accademia Tadini si svolgerà l’incontro “Permanenze eroiche tra classico e moderno”, organizzato in occasione della XVIII edizione della Settimana della Cultura classica (19-30 marzo 2025). L’incontro, a cura di Rita Romele e Marco Albertario, intende riproporre un momento di riflessione sul teatro classico e sulla sua funzione tra antico e moderno, in omaggio al sottotitolo della rassegna.

Il pomeriggio si articola in due parti: la prima riguarda il significato del teatro nel mondo classico e le sue connessioni con le arti figurative (individuazione di una serie di gesti e temi che resteranno validi come codice rappresentativo valido fino ad ora).
Nella seconda parte saranno presentati due casi “antitetici” di uso dei classici: l’Antigone di Jean Anouilh come esempio di resistenza, e Olympia di Leni Riefenstahl come esempio di appropriazione del modello classico da parte della dittatura.

La giornata è aperta a docenti, studenti e al pubblico interessato.

La partecipazione degli studenti alla Giornata di Studi (previa firma di ingresso e uscita) sarà conteggiata come attività di credito interno per un totale di 2 ore.

Il teatro greco come un rituale cittadino

Pierfranca Mottinelli

Andare a Teatro per i Greci era un fatto essenzialmente “politico”, nel senso che tutto quanto veniva messo in scena aveva attinenza con le vicende che la Polis stava vivendo in quel momento. Anche il dramma “Trachinie”, che apparentemente è una vicenda di amore e gelosia, rispecchia forse aspetti più complessi e decisamente meno sentimentali. “Senza comprendere questa dimensione sociale e antropologica, è impossibile avvicinarsi alla meraviglia del dramma antico, alle sue trame così lontane da quelle del teatro occidentale successivo,  al suo valore quasi religioso, alla forza dei suoi testi che rispecchiano la cultura dell’epoca d’oro della Grecia” (G. Guidorizzi).

 

“Sotto una coltre sola”: gestualità e prossemica nel mondo antico

Amedea Aida Pecora

L’arte greca, spesso percepita come fredda e impassibile, cela in realtà un codice comunicativo ricco e sfaccettato, influenzato dal contesto culturale, dalla gestualità quotidiana, dalla ritualità sacra e soprattutto dalle scene teatrali. Qui, infatti, gli attori, impacciati da maschere e coturni, dovevano enfatizzare i gesti per garantirne pregnanza ed efficacia. A partire dunque da una citazione da Trachinie di Sofocle, l’intervento si focalizza su uno schema iconografico con figure avvolte in un misterioso mantello — non a caso, coevo alla grande stagione della tragedia —, per interrogarsi se nel mondo classico ci fosse davvero spazio per i sentimenti.

Resistere con i classici

Rita Romele

Libertà, rapporto tra individuo e collettività, responsabilità: la tragedia greca dà voce a riflessioni di respiro universale che sono state spesso usate da autori moderni e contemporanei come lenti attraverso le quali leggere la propria realtà, il proprio tempo. In questo breve intervento verrà proposta una riflessione sulle riletture (e riscritture) della tragedia greca nel Novecento, con una particolare attenzione alla figura di Antigone.

 

Estetica e ideologia: la riscrittura del canone classico nelle immagini di Leni Riefenstahl.

Eleonora Quadri

Leni Riefenstahl in film come Trionfo della volontà e Olympia fu l’occhio documentario del regime nazista e contribuì a costruire un immaginario visivo teso a incarnare e sostenere l’ideologia hitleriana riguardo l’umano. Il canone classicista divenne lo strumento per trasformare uomo e donna in soggetti ideologici calati nella dimensione astorica e assoluta di una grecità travisata. Nella bianchezza marmorea ariana dei corpi scultorei di Leni Riefensthal risiede l’inquietante tensione tra arte e propaganda.

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