Giovedì 28 gennaio, alle ore 21, nella Sala degli affreschi dell’Accademia Tadini (Sala conferenze) la dottoressa Marianna Belvedere racconterà i risultati del suo lavoro di ricerca sul patrimonio artistico della città di Crema prima e dopo le soppressioni della Repubblica Cisalpina.
Alcuni di quei dipinti furono acquistati dal conte Luigi Tadini e formano ora il vanto delle collezioni dell’Accademia.
Il patrimonio artistico cremasco, puntualmente censito nel 1774 da Giacomo Crespi, funzionario della Serenissima Repubblica di Venezia, fu radicalmente sconvolto con le soppressioni degli ordini religiosi e dalle requisizioni ordinate dai solerti funzionari della Repubblica Cisalpina.
Il conte Luigi Tadini fu tra i pochi illuminati cremaschi a trarre profitto da questa situazione, acquistando un buon numero di opere (tra le quali la celeberrima Pala Manfron, capolavoro di Paris Bordon) con l’intento di conservare il patrimonio artistico della città.
Successive vicende portarono il conte a trasferire le proprie collezioni a Lovere. Ma questa è un’altra storia …
Marianna Belvedere dà conto, in un appassionato e coinvolgente racconto, delle ricerche che l’hanno portata a pubblicare un prezioso manoscritto, conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia, che censisce i capolavori conservati nelle chiese di Crema nel 1774.
Il conte Luigi Tadini fu tra i pochi illuminati cremaschi a trarre profitto da questa situazione, acquistando un buon numero di opere (tra le quali la celeberrima Pala Manfron, capolavoro di Paris Bordon) con l’intento di conservare il patrimonio artistico della città.
Successive vicende portarono il conte a trasferire le proprie collezioni a Lovere. Ma questa è un’altra storia …
Marianna Belvedere dà conto, in un appassionato e coinvolgente racconto, delle ricerche che l’hanno portata a pubblicare un prezioso manoscritto, conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia, che censisce i capolavori conservati nelle chiese di Crema nel 1774.