La Biblioteca storica del conte Luigi Tadini, inserita nel percorso museale, fa da raccordo tra lo spazio espositivo e gli appartamenti privati. L’ambiente presenta una sobria decorazione sul soffitto composto da fogli in carta applicati su tela come gli altri della Galleria eseguita da Luigi Dell’Era. Particolare importanza assume l’arredo, costituito da quattro armadi in stile Impero in legno dipinto e dorato destinati ad accogliere i libri, e le collezioni numismatiche e di grafica nella parte inferiore; il grande tavolo centrale in stile Direttorio rende più agevole la consultazione. L’oggetto più curioso è probabilmente una sedia, la cosiddetta “Scalascranna”, oggetto di “design” progettato dal modenese Sebastiano Salimbeni, nipote del conte e architetto del palazzo, utilizzabile sia come sedile, sia come scaleo per accedere ai piani alti degli scaffali.
Due sculture in legno esibiscono un cartiglio con una citazione tratta da Seneca che avverte il lettore che i libri sono destinati “Usu, non luxu”, come spiega il conte Tadini nella Descrizione generale dello Stabilimento dedicato alle Belle Arti in Lovere (Milano 1828):
“Non magnificenza di edizioni, non numero sterminato di libri formano il pregio di questa libreria, ma bensì la scelta di buone opere, in lingue antiche e moderne, adatte particolarmente all’istruzione della gioventù, e formanti circa sette mila volumi, consacrati all’uso e non al lusso”.