I libri di don Paolo Macario – 1832-1848

a cura di Marco Albertario

Premessa

Il loverese don Paolo Macario assume, nel novembre 1832, il titolo di direttore dell’Istituto di Belle arti Tadini nel quale già lavorava come bibliotecario. Il suo ruolo comprendeva la direzione del museo, della biblioteca e delle scuole. Alla singolare apertura di questo sacerdote – del quale le cronache ricordano le simpatie liberali – si deve l’apertura della biblioteca al repertorio romantico, con le sue implicazioni politiche, oltre che letterarie, documentate dalla lista degli acquisti.

L’elenco comprende i libri forniti tra il 1831 e il 1849 probabilmente presso il libraio Giacomo Amighetti e successivamente aggiunti al nucleo originario della biblioteca.

I temi trattati vanno dallo studio dell’architettura (Vitruvio) alla teologia, dalla riflessione politica (Pellico, Gioberti) alla letteratura. In particolare, La serie di romanzi storici qui esposti conferma l’aggiornamento del gusto di don Paolo Macario sulle novità letterarie offerte sul mercato milanese, ma anche l’interesse per le edizioni illustrate e di pregio.

In questo contesto si inserisce la presenza di due romanzi di Walter Scott, entrambi nella traduzione italiana di Gaetano Barbieri e in edizioni illustrate: Ivanhoe, ossia, Il ritorno del crociato (Milano, Reina, 1840); Il castello di Kenilworth (Milano, Reina, 1841).

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