Lovere nel Risorgimento
Il racconto di un secolo nei documenti dell’Accademia
La Mostra “Viva l’indipendenza” (allestita nel 2011) ha rappresentato il contributo offerto dall’Accademia Tadini di Lovere alla ricostruzione delle vicende storiche del Risorgimento nel territorio dell’Alto Sebino.
La ricostruzione storica degli episodi più significativi del Risorgimento loverese resta ancora in gran parte da tracciare, a partire dal contesto territoriale che si viene a creare nel momento in cui, all’inizio dell’Ottocento, Lovere viene inquadrata nel Dipartimento del Serio.
L’arresto, nel 1820, del pretore Antonio Solera accusato di adesione alla Carboneria segna l’avvio di una difficile stagione che vede la partecipazione di numerosi patrioti, in clima di cospirazione che scoppierà nei moti del 1848.
Il 1849 vede il ritorno del patriota Enrico Banzolini, impegnato nell’eroica difesa di Venezia, e la fuga di molti verso il Piemonte.
Nel 1859 con vivo entusiasmo i Loveresi partecipano alle battaglie della seconda guerra d’indipendenza, ospitando Garibaldi nelle difficili giornate che seguono l’armistizio di Villafranca. La spedizione dei Mille vedrà la partecipazione di Napoleone Zanetti e Ferdinando Bianchi, di altra provenienza ma qui residenti, e del loverese Giuseppe Volpi, tra i più giovani partecipanti.
Le successive vicende politiche che portarono alla costituzione del Regno d’Italia, all’annessione del Veneto nel 1866 e la forte tensione verso Roma capitale furono vissute con ampia partecipazione popolare, anche a motivo del prestigio delle personalità coinvolte.
Il quadro storico qui tracciato resta ancora in gran parte da definire. Il punto di partenza è stato l’esame che ha portato a individuare, attraverso le fonti, un elenco dei loveresi che hanno preso parte al difficile cammino verso l’Unità: quei “Fratelli d’Italia” che contribuirono al progresso del paese.