La mostra allestita presso la storica Biblioteca dell’Accademia Tadini intende riproporre il singolare rapporto tra monsignor Luigi Marinoni (1826-1908), studioso ed erudito loverese, e Lady Mary Wortley Montagu.
Lady Mary (1689-1762) è stata una delle figure femminili più rappresentative del Settecento inglese ed europeo. Nata in una famiglia dell’aristocrazia britannica, ha raggiunto uno status intellettuale eccezionale per una donna del suo tempo, come poetessa e autrice di memorabili lettere, più volte pubblicate a partire dal Settecento. Viaggiatrice sensibile e informata, è stata la prima a far conoscere la cultura e i costumi femminili della società ottomana, e contribuì a introdurre in Occidente la pratica dell’inoculazione contro il vaiolo. A Lovere Lady Mary soggiorna tra il 1749 e il 1755, lasciando alcune interessanti tracce della sua presenza e della sua influenza intellettuale: è possibile che dall’arredo della sua residenza provenga il Ritratto di Isaac Newton conservato presso l’Accademia Tadini.
La mostra intende ricostruire il lungo lavoro di ricerca che ha portato monsignor Marinoni è arrivato a scrivere, partendo dallo studio delle lettere di Lady Mary,la sua biografia e le circostanze del suo soggiorno sul lago d’Iseo.
La dispersione antica delle carte di Marinoni non consente di ricostruire il suo lavoro di studioso. I manoscritti divisi tra la Biblioteca Civica e l’Accademia Tadini, integrati in mostra dal prestito di due importanti manoscritti in colllezione privata, rappresentano il punto di partenza per lo studio e documentano le modalità di raccolta del materiale poi confluito nei due agili volumetti: Lady Montagù Wortley prima della sua venuta alle rive del Sebino, Lovere, coi tipi di Luigi Filippi, 1903, e Lady Montagù Wortley e la sua decennale dimora alle rive del lago d’Iseo, Lovere, Tipografia Editrice Luigi Filippi, 1904.
Sul piano dei contenuti, Marinoni adattare i dati storici e e le descrizioni geografiche che emergono dalle lettere di Lady Mary ai fatti e ai luoghi che la tradizione loverese collegava al soggiorno della nobildonna inglese: è il caso, ad esempio, della cosiddetta “Casa della Montagù“, una dimora situata tra Lovere e Costa Volpino da lui arbitrariamente identificata come sua residenza, o di due “reliquie”, come il ritratto inedito che riproduce il volto di Lady Mary proprio negli anni del soggiorno loverese, individuato nelle raccolte di Palazzo Bazzini, attuale sede della Parrocchia di Lovere, e il curioso “porte-voix” o “portavoce” conservato nelle collezioni dell’Accademia Tadini.
Nel testo, Marinoni abbandona l’abituale rigore storiografico, quasi sedotto dal fascino del romantico e irrequieto personaggio di “Lady Montagù” che prende vita nel suo racconto nel quadro di una Lovere settecentesca rievocata con grande vivacità. Consapevole di ciò, il severo canonico prende le distanze dal suo personaggio con una serie di pedanti giudizi morali. Lo stesso rigore caratterizza il severo intento censorio che lo porta a intervenire sul ritratto di Lady Mary inciso da William Greatbach, ridisegnando la scollatura dell’abito a una forma più accettabile per un religioso.
Marco Albertario
Lady Mary Wortley Montagu “cittadina di Lovere”. Un ritratto inedito, a cura di M. Albertario e M.I. Aliverti
Lovere, Biblioteca dell’Accademia Tadini, 20 giugno-30 agosto 2015
Il restauro del Ritratto, eseguito da Roberta Grazioli, e del Porte-voix, eseguito da Luciano Gritti, sono stati offerti dall’Associazione “Amici del Tadini”.