Prestiti per mostre

Tre importanti dipinti della collezione dell’Accademia Tadini sono esposti a Treviso per la mostra: Maddalena e la Croce. Amore Sublime (Museo di Santa Caterina, 5 aprile – 13 luglio 2025). L’esposizione a cura di Fabrizio Malachin, è organizzata e promossa da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura.

Allestita presso il Musei Civici di Treviso , la mostra offre l’opportunità di ammirare un nucleo di oltre cento opere che vanno dalle miniature bolognesi della straordinaria “Bibbia di San Paolo”, fino alla alla grande  pittura rinascimentale, con Bellini, Jan Polack, Tiziano, Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Giampietrino, Palma il Giovane, Guercino per giungere a Bernardo Strozzi, Ludovico Carracci, Carlo Saraceni, Domenico Tintoretto,  Sebastiano Ricci, Mattia Bortoloni, Rutilio Manetti, Antonio Canova,  Gaetano Previati, Mosè Bianchi, per approdare ad Alberto Martini, cui è riservato un omaggio, nel suo Centenario.

L’Accademia Tadini partecipa con un significativo nucleo di tre dipinti, che comprendono due opere di Gerolamo da Treviso il vecchio e un capolavoro di Pietro Della Vecchia, considerato dal conte Tadini uno tra i dipinti più significativi della propria collezione.

A trasmettere l’intensità del dramma salvifico della Crocefissone concorre un nucleo di sculture lignee, paramenti e raffinate oreficerie del primo Rinascimento, patrimonio, per quanto riguarda la scultura lignea, proveniente dei Civici Musei Trevigiani. Capolavori che, restaurati, vengono finalmente svelati al pubblico, a confermare come le Collezioni Civiche di Treviso siano tra le più significative del nord Italia relativamente alla scultura lignea. Accanto ad essi, decine di altri prestiti eccezionalmente concessi da musei italiani e stranieri.

La narrazione attorno a Maria Maddalena offre una straordinaria panoramica sull’evoluzione della sua iconografia. Questa figura iconica, simbolo di peccato e redenzione, oscillante tra spiritualità più profonda e sensualità terrena, viene interpretata da generazioni di artisti, che ne hanno catturato sfumature emotive e spirituali in modi sempre nuovi ed affascinanti, raccontandone la complessità, e rivelando come, nei secoli, Maria Maddalena sia diventata il ponte tra il sacro e l’umano, tra divino e terreno”.

Ogni opera in mostra invita a un viaggio intimo e contemplativo, che supera le barriere del credo e si fa portavoce di una spiritualità universale, in cui la dimensione umana si intreccia con quella divina, svelando i misteri più profondi della nostra esistenza.

La mostra comprende e trascende la storia evangelica per farne una esperienza universale, capace di toccare corde profonde dell’animo umano.

Le figure di Cristo e della Maddalena diventano così specchi della condizione umana, crogiolo in cui si fondono dolore e speranza, emozione e riflessione. Ognuna delle oltre cento opere riunite in questa straordinaria mostra –  tra esse molti capolavori della storia dell’arte – stimola a penetrare i misteri più profondi del nostro sentire ed essere. Maria Maddalena diventa archetipo di una spiritualità universale che supera il credo. Tutti siamo chiamati a immedesimarci nel percorso fatto dalla santa che diventa un modello: dalla difficoltà e la caduta, alla conversione, fino alla redenzione. Un esempio di spiritualità certo, ma soprattutto di speranza, fiducia e amore.

La Pala Manfron, capolavoro di Paris Bordon, è esposta a Brescia per la mostra: Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo 1512-1552 (18 Ottobre 2024 a 16 Febbraio 2025). L’esposizione a cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati, è organizzata e promossa da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura.

Allestita presso il Museo di Santa Giulia, la mostra offre l’opportunità di ammirare magnifici dipinti di Moretto, Romanino, Savoldo provenienti da sei musei americani e da importanti collezioni italiane ed europee, per la prima volta in dialogo con preziosi come antichi strumenti musicali, armature, arazzi e piatti in maiolica.

Si tratta di un’iniziativa unica che mira a restituire un quadro complessivo del ‘500 bresciano nella sua totalità, per comprenderne i pensieri, i sentimenti e le personalità che animavano il nostro territorio in quell’epoca. Se da un lato l’attività di Alessandro Bonvicino il Moretto, Girolamo Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo è stata ampiamente esplorata in oltre un secolo di studi, dall’altro è mancato sino a oggi un racconto complessivo del ‘500 bresciano nella sua ricchezza, complessità e, per certi versi, contraddittorietà.
Il punto di vista sarà dunque incentrato attorno a personaggi emblematici, come Fortunato Martinengo, il nobile bresciano ritratto da Moretto nel dipinto conservato alla National Gallery di Londra, o come gli sposi Gerolamo Martinengo e Eleonora Gonzaga per i quali furono organizzati festeggiamenti sontuosi, o ancora protagoniste di una “rivoluzione” al femminile come Angela Merici. La poesia, la natura, la musica, l’amore, la fede, il desiderio, la ricerca sono al centro di questo inedito racconto per opere, che prende avvio dall’evocazione del Sacco del 1512, che portò Brescia all’attenzione dell’intera Europa.

La Pala Manfron, legata alla vicenda di un condottiero della Serenissima caduto durante le Guerre d’Italia, apre il percorso espositivo, rievocando gli anni nei quali le nuove armi da fuoco ponevano definitivamente fine al mondo cavalleresco sul quale Ludovico Ariosto gettava uno sguardo disincantato nelle pagine dell’Orlando Furioso.

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