Singolare figura di intellettuale e artigiano, Fortunato Canevali (Breno 1856-1930) si forma come intagliatore nella bottega paterna (ne è testimonianza, in Accademia Tadini, la cornice intagliata del diploma a Gustavo Frizzoni), per poi avviare studi di architettura e di ornato presso l’Accademia Carrara.
Alla sua attività di artigiano e artista affianca quella di studioso (a lui si deve, tra l’altro, il primo censimento dei monumenti sul territorio condotto su incarico del Ministero: Elenco degli Edifici Monumentali, opere d’arte e ricordi storici esistenti nella Valle Camonica, Milano 1912.
«La spettabile Regia Soprintendenza ai Monumenti di Lombardia mi affidava l’incarico, quale Ispettore Onorario del Circondario di Breno, di procedere alla revisione e al completamento dell’elenco edifici monumentali ed opere d’arte esistenti nella mia circoscrizione. Com’era di dovere, mi sono messo all’opera con tutto lo zelo e la diligenza possibili; non trascurando di visitare ogni comune e ogni frazione, allo scopo di raccogliere personalmente quei dati, quelle notizie e quelle impressioni che potessero maggior mente interessare. In tali ricerche però, oltre l’adempimento del compito che mi ero assunto, ho avuto di mira anche l’idea di poter contribuire nel miglior modo a far conoscere tutto clo che potesse interessare la storia e l’archeologia locale, almeno nei limiti di quanto può offrire un semplice elenco, qual è quello che ho compilato. Così pure ho creduto opportuno di illustrare con fotografie quei particolari e quelle vedute di cui mi e’ stato possibile ottenere la negativa; spiacente che, per cause affatto indipendenti dalla mia volontà, non abbia avuto modo di poter abbondare maggiormente nel numero, specialmente per i comuni verso il Tonale, compresi nella zona militare, ov’e’ severamente proibito recarsi con macchine fotografiche.»
Allo stesso anno risale anche il primo catalogo della sua collezione numismatica: Collezione di monete e medaglie italiane, Milano 1912. Commentando la raccolta, Canevali scrive:
«… Esso venne da me chiamato il Medagliere del Risorgimento Italiano, perchè nel formarlo ho avuto per punto precipuo di partenza quello di illustrare con le medaglie e le monete i fatti che concernono il patrio riscatto e i più notevoli avvenimenti che lo seguirono…»
La raccolta aveva finalità educative, ancor più che celebrativo: «illustrare il patrio riscatto». Nell’ottica proposta dal Canevali si fondono diversi aspetti che altrimenti distinguono una medaglia dall’altra, e in particolar modo: il manifesto d’appartenenza politico, la celebrazione e la commemorazione. Ma per Canevali anche i personaggi illustri fornivano insegnamenti. Poco importava a Canevali che le medaglie effigiassero il personaggio in vita od in morte: era comunque esempio del “patrio riscatto”.
Di grande valore, per Canevali, le medaglie di partecipazione, perchè ricordano gli avvenimenti, e poco importa se – pur recando il volto del re d’Italia – sono a carattere privato, oppure vere e proprie onoreficenze pubbliche che si potevano esibire solo se autorizzati secondo modalità stabilite da precisi protocolli.
Dopo l’Unità d’Italia, Canevali aggiunge alla raccolta le medaglie celebrative delle mostre, fiere, esposizioni , categoria esemplificata dalla medaglia coniata per la prima di queste manifestazioni, l’Esposizione di Firenze del 1861.
La raccolta è stata trasmessa nel 1916 all’Accademia Tadini con il dichiarato intento di completare il percorso avviato con la collezione di Giovanni Battista Zitti.
Novella Vismara
Per saperne di più:
[V. Lonati], Fortunato Canevali, in “Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1930”, pp. 537-539.
A. Giorgi, Fortunato Canevali: sentire ed esprimere l’arte, in “Itinera”, VII, vol. 6, febbraio 2007, pp. 41-43.